Il cane è esposto alle stesse sostanze chimiche dell’uomo e può segnalare in anticipo quelle dannose presenti in un ambiente.
Il cane e l’uomo spesso condividono gli stessi ambienti ed assorbono le stesse sostanze chimiche. Queste ultime possono essere dannose a lungo termine e provocare patologie che nel cane insorgono prima rispetto all’uomo, segnalando quindi anche a noi sostanze chimiche dannose che stiamo assorbendo.
Il cane rivela le sostanze chimiche presenti nell’ambiente
Le patologie che insorgono nel cane possono costituire un campanello d’allarme per sostanze chimiche dannose a cui è esposto anche l’uomo negli ambienti e negli oggetti con cui entrambi entrano in contatto. Nella nostra specie le patologie correlate all’esposizione di queste sostanze chimiche impiegano decenni a manifestarsi; nel cane, invece, possono volerci anche pochi mesi.
Lo ha rivelato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science and Technology. La ricerca è stata condotta da un gruppo di scienziati guidati da Catherine Wise, dottoranda dell’Università Statale della Carolina del Nord.
Come sono state raccolte le sostanze chimiche assorbite dal cane
I ricercatori hanno raccolto le sostanze chimiche a cui sono esposti il cane e l’uomo con dei braccialetti e targhette per collari in silicone. Quest’ultimo è un materiale che assorbe le sostanze chimiche presenti in un ambiente in maniera analoga alla pelle del cane e dell’uomo. I ricercatori hanno spedito i braccialetti e le targhette in silicone a trenta persone e ad altrettanti cani in New Jersey e in Carolina del Nord.
Recuperati, poi, i braccialetti e le targhette in silicone è stato possibile analizzare le sostanze chimiche assorbite da questo materiale. I risultati hanno mostrato che il cane e l’uomo sono esposti alle stesse sostanze chimiche. Ad esempio, nell’87% dei braccialetti e nel 97% delle targhette in silicone è stato rinvenuto un tipo di policlorobifenil (PCB), una sostanza bandita negli Stati Uniti nel 1979 e in Italia nel 1983.
Altri studi simili
Lo studio citato sulle sostanze chimiche a cui è esposto il cane non è il primo che cerca di indagare la correlazione tra composti chimici e patologie insorte negli animali domestici. In precedenza è stato rilevato un collegamento tra i ritardanti di fiamma e l’ipertiroidismo felino che si manifesta in alcuni gatti.
E' stato svolto anche uno studio sulle sostanze chimiche a cui sono esposti i cavalli ed è emerso il collegamento tra la presenza di puledri malati e i composti chimici rilasciati da alcune attività di fratturazione idraulica in Pennsylvania.
Nuove prove per la correlazione tra sostanze chimiche e patologie
Lo studio conferma che l’uomo e il cane sono esposti alle medesime sostanze chimiche. Tuttavia, non è stato ancora provato che uno specifico composto chimico rilevato nei braccialetti e nelle targhette in silicone possa portare ad una specifica patologia. Al momento sono state individuate solo delle associazioni che devono essere approfondite.