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Il biologico sarà il futuro della Russia

Il biologico sarà il futuro della Russia

Quando si parla di biologico è facile pensare a paesi caldi dalla tradizione agricola spiccata e le terre fertilissime. Non esattamente l’immagine che abbiamo comunemente della Russia. Forse è tempo di ricrederci.

In Russia sembrerebbe che il biologico stia diventando sempre più ricercato, un mercato in aumento da diversi anni e che in futuro potrebbe essere addirittura una delle colonne portanti dell’economia del Paese. Oltre alla particolare attenzione per gli orti domestici, in questo discorso entra prepotentemente anche la questione del cambiamento climatico, che qualcuno ritiene una variabile fondamentale per definire il futuro agricolo della Russia.

Frutta e verdura in casa

La Russia sta scalpitando per trovare la propria indipendenza nel mercato ortofrutticolo, un’indipendenza sudata e che sta pian piano conquistando da una decina di anni. Se infatti la sua economia estera si basa prettamente su gas e petrolio, rimane ancora molto legata alle importazioni agroalimentari. Almeno per ora.

Perché lo spazio dedicato alle coltivazioni aumenta, e se oggi la maggior parte della frutta e verdura vengono coltivate in orti privati, le fattorie come entità commerciali stanno crescendo di numero. E con loro anche i prodotti coltivati biologicamente.

Biologico e cambiamento climatico

4,5 milioni di russi oggi scelgono di alimentarsi con cibi biologici, anche e soprattutto per un ritrovato interesse alla propria forma fisica e salute. Si parla di un aumento del 60% in 5 anni, una vera e propria moda esplosa senza che nessuno se lo aspettasse. La conseguenza più eclatante e forse l’indizio più significativo è stata la messa al bando degli OGM, oltre che i 215 miliardi di rubli (oltre 3 miliardi di euro) destinati a diventare nuova linfa per il settore.

Lo stesso Presidente Putin l’anno scorso avrebbe affermato che la Russia potrebbe nei prossimi anni diventare leader del settore bio. Ma tutto questo non sarebbe stato probabilmente possibile senza un percettibile aumento delle temperature. Da anni infatti i record della produzione cerealicola continuano a superarsi, posizionando Mosca come il primo esportatore al mondo di frumento. Quello che prima era territorio impraticabile e gelato si è trasformato in una distesa sterminata di grano. E non il trend non accenna a fermarsi.

Fonti: lastampa.it - reuters.com


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