Dalle microalghe è possibile ottenere una tipologia di biocemento a basso impatto ambientale che può rendere più sostenibile l’edilizia.
La transizione ecologica è un processo che deve riguardare ogni aspetto della nostra vita, se si vogliono ottenere risultati concreti. Uno dei settori che devono subire una trasformazione verso una maggiore ecosostenibilità è quello dell’edilizia. Sono sempre di più le società che si dedicano alla ricerca ed alla produzione del biocemento. Quest’ultimo ha caratteristiche simili al tradizionale cemento, ma è prodotto con materiali alternativi che permettono di ridurre il suo impatto sull’ambiente.
Il biocemento ottenuto dalle alghe
Le alghe hanno attirato l’attenzione dei ricercatori che ne hanno visto la potenzialità applicativa in diversi ambiti, tra cui quello della bioedilizia. Ne è una prova l’esistenza della Prometheus Materials, una società specializzata proprio nella produzione di biocemento a partire dall’utilizzo delle alghe. Questa realtà è stata fondata nel 2021, in seguito ai test e alle ricerche avviate nel 2016 e sviluppate dall’Università del Colorado a Boulder sull’utilizzo dei materiali composti da cellule viventi in campo tecnologico ed ingegneristico.
Il prodotto finale ottenuto dalla Prometheus Materials è un biocemento realizzato con basse emissioni, dal momento che lo stesso processo è in grado di catturare anidride carbonica arrivando a ridurre del 90% le emissioni prodotte rispetto ai prodotti tradizionali in cemento. I blocchi in biocemento possono essere utilizzati per realizzare alcuni elementi utili per l’edilizia, come ad esempio i blocchi per le murature o quelli per pavimentare le aree pedonali.
La biocementazione fotosintetica
Il biocemento ottenuto a partire dalle alghe (per la precisione da microalghe, cioè organismi unicellulari in grado di effettuare la fotosintesi) è il frutto di un processo particolare chiamato biocementazione fotosintetica. Questo sistema combina la materia organica (composta dalle microalghe) insieme ad acqua, anidride carbonica e luce solare.
Dalla biocementazione fotosintetica si ottiene un materiale con caratteristiche simili a quello che costituisce le barriere coralline o i gusci di alcuni molluschi, come le ostriche. Infine, se questo materiale organico è unito ad un aggregante, si ottiene il così detto biocemento che, invece, ha caratteristiche simili a quelle del calcestruzzo a base di cemento.
Altri esempi di biocemento
La ricerca scientifica non si è limitata a produrre biocemento dalle alghe. Infatti, esistono altre tipologie di questo particolare prodotto sostenibile a partire da altri materiali. Ad esempio, i ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore hanno elaborato la formula per ottenere il cemento a partire dai fanghi industriali e l’urea (una componente dell’urina).
L’Università di East London e Grimshaw ha invece ottenuto un materiale utile per isolare gli edifici a partire dalla canna da zucchero. L’Università di Manchester ha inventato StarCrete, un materiale per la bioedilizia ottenuto da polvere proveniente dallo spazio (principalmente dalla Luna), sale e fecola di patate. Quest’ultima invenzione è stata ideata idealmente per essere utilizzata direttamente sul nostro satellite o su altri pianeti.
Imparare dalla natura
Come spesso accade, è la stessa natura a fornire gli strumenti e le idee per trovare soluzioni utili a migliorare il nostro stile di vita ed essere più sostenibili dal punto di vista ambientale. La produzione di biocemento permetterebbe di ridurre le emissioni globali di gas conseguenti alla produzione tradizionale del cemento.