Alaska così il clima ha sconvolto il paesaggio

Il paesaggio dell’Alaska è il sogno di molti amanti della natura ma, a causa del cambiamento climatico, il tempo per ammirarlo stringe. Secondo l’ultimo report Alaska’s Changing Environment, redatto dalla University of Alaska Fairbanks, il riscaldamento globale sta sconvolgendo il Paese e l’ambiente si trasforma di conseguenza. Flora e fauna faticano ad adattarsi e le conseguenze per la popolazione non sono più leggere.

Che tipo di clima c’è in Alaska e come influenza il paesaggio?
In Alaska il paesaggio è estremamente variegato esattamente come i climi che caratterizzano la regione. Mentre lungo la Costa Settentrionale del Paese ci troviamo in un ambiente polare in cui il permafrost dovrebbe prosperare insieme alla tundra, nelle regioni meridionali si ha a che fare con condizioni meno estreme. In tale area domina, infatti, il clima oceanico, con inverni meno rigidi ed estati fresche.
Le grandi foreste boreali sono, qui, il paesaggio principale. Nella parte interna della nazione si osserva una transizione dal clima continentale freddo del Nord a quello sub-artico del Sud. Per quanto la zona occupata dall’Alaska sia ampia, il cambiamento climatico non ne sta risparmiando nemmeno una porzione e il quadro risulta oggi estremamente variabile e alterato.
Alaska: come il clima cambia il paesaggio
Il cambiamento climatico sta trasformando il paesaggio dell’Alaska. Dall’Alaska’s Changing Environment report appare evidente che le temperature si stanno facendo meno rigide. Le alterazioni più importanti riguardano i valori invernali nel Nord del Paese. A non essere più le stesse sono però anche le precipitazioni. La neve viene sempre più spesso sostituita dalla pioggia, soprattutto in autunno, e dalla pioggia ghiacciata in inverno. La stagione fredda in sé si sta, poi, progressivamente accorciando.
La data di inizio della primavera, intesa come il giorno in cui metà dello stato è privo di manto bianco, cade con 11 giorni di anticipo, mentre l’autunno si prolunga per 3 giorni extra. In questo contesto gli oceani si scaldano e in atmosfera si accumula più calore, che fa da carburante per i fenomeni meteo estremi. Tali eventi tra 2019 e 2023 sono raddoppiati rispetto al quinquennio precedente.
Alaska: un nuovo paesaggio
Il paesaggio dell’Alaska sembra destinato a non rimanere più lo stesso. Gli eventi meteo estremi hanno dato vita negli ultimi anni a inondazioni e frane. Dove le precipitazioni diminuiscono gli incendi trovano terreno fertile e, soprattutto nelle aree delle foreste boreali, la stagione del fuoco si allunga. La pioggia, sostituendo la neve, fa quasi altrettanti danni. Dove viene meno il manto bianco, infatti, le radici degli alberi non vengono isolate dal freddo e i vegetali finiscono per morire.
Anche la fauna fatica ad adattarsi. La diminuzione dell’80% dei salmoni reali nel fiume Yukon ne offre una dimostrazione, insieme al raggiungimento anticipato della maturità delle specie in tutto il Paese. Pesci più piccoli producono meno uova di dimensioni ridotte e ciò influisce sulle comunità che dipendono direttamente dalla risorsa. Gli orsi polari spostano, in contemporanea, il proprio range d’azione muovendosi in habitat sempre meno ospitali.
In alcune parti dell’Alaska il paesaggio rischia di diventare irriconoscibile. Anche qui lo scioglimento dei ghiacci sta raggiungendo tassi da record e il permafrost viene sostituito da altre forme di vegetazione. I cambiamenti appaiono consistenti persino guardando al primo Alaska’s Changing Envinroment report, stilato nel 2019. Il caso dello Stato americano è esemplare ma non è affatto unico e la sola strategia di intervento passa da una pronta riduzione delle emissioni.
