L’obiettivo 4 stabilisce che lo sviluppo sostenibile passa dal garantire un’istruzione adeguata a tutti, ma l’Italia è il fanalino di coda.
L’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 stabilisce la necessità di “assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”. Ciò significa che il piano segna come punto cardine dello sviluppo sostenibile l’erogazione di una formazione adeguata e del tutto equa. La strada da fare perché i traguardi vengano raggiunti è lunga. L’ultimo rapporto ASviS mostra per altro che, soprattutto in Italia, i dati delineano un quadro critico.
Quali sono i principali traguardi fissati dall’obiettivo 4 dell'Agenda 2030?
All’interno dell'Agenda 2040 l’obiettivo 4 sull’istruzione di qualità appare uno dei più ambiziosi. Il piano sancisce che entro l’anno limite è auspicabile che la totalità di ragazzi e ragazze abbiano accesso a un percorso di formazione scolastico adeguato, i cui costi risultino sostenibili. Lo sviluppo infantile è considerato uno dei cardini e a ognuno deve essere garantita la possibilità di perseguirlo. Un’altra priorità è costituita dalla totale eliminazione delle disparità di genere.
Bisogna poi, stabilisce il progetto, fare in modo che in ogni fascia di età le competenze acquisite siano adeguate. Promuovere lo sviluppo sostenibile deve essere considerato uno centrale nei programmi scolastici e un dovere degli insegnanti, che sono chiamati a dimostrarsi preparati. Il raggiungimento degli obiettivi passa anche dalla riqualifica delle strutture scolastiche e dall’investimento nelle adeguate tecnologie, oltre che dalla creazione di borse di studio.
Obiettivo 4 dell’Agenda 2030: l’istruzione in Italia
Il bilancio tracciato da ASviS sull’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 e quindi sullo stato dell’istruzione, non appare confortante. In Italia le scuole per la prima infanzia sono oggi in grado di ospitare solo il 28% dei bambini fino ai 3 anni di età. L’Europa fissa il target per il 2025 al 33%. Interessanti ma non ancora sufficienti sono, poi, i progressi nell’ambito dell’abbandono scolastico. I giovani tra 18 e 24 anni senza diploma sono l’11.2%, a fronte di una media europea del 9.6%.
Male anche i dati sull’adeguatezza delle conoscenze. Il 44.1% degli studenti della scuola primaria di secondo grado è carente e gran parte dei quindicenni non raggiunge risultati paragonabili a quelli registrati negli altri Paesi in matematica, comprensione del testo e scienze. Solo il 27.4 % della popolazione compresa tra i 30 e i 34 anni ha una laurea. Entro il 2030 la percentuale dovrebbe salire a 50.
Perché l’obiettivo 4 sull’istruzione è un punto chiave dello sviluppo sostenibile?
L’obiettivo 4 sull’istruzione è un punto chiave dell’Agenda 2030 perché lo sviluppo sostenibile passa necessariamente da una formazione appropriata Questa è, infatti, direttamente o indirettamente collegata ad altri target ritenuti fondamentali. Chi riceve un’adeguata istruzione ha più possibilità di combattere fame e povertà e, quindi, di perseguire il benessere individuale e collettivo. L’integrazione sociale ne guadagna, mentre le disuguaglianze possono essere mitigate.
Perché i traguardi possano essere raggiunti è necessario promuovere approcci didattici innovativi e fare in modo che l’educazione alla sostenibilità in ogni sua declinazione e alla cittadinanza globale diventino parte dei programmi. Nel nostro Paese risulta cruciale anche rendere migliori le prospettive di carriera per gli insegnanti, così da attirare, in un circolo virtuoso, personale sempre più qualificato.
L’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 mette l’istruzione al centro dei piani delle Nazioni Unite. Anche nei Paesi in via di sviluppo i bambini iscritti alle scuole primarie coprono il 91% del totale, ma si calcola che 57 milioni di individui ne siano ancora esclusi. A creare maggiori problemi, poi, nel nostro Paese come altrove, è il fatto che il divario tra chi ha familiarità con la cultura e chi la considera solo un aspetto marginale, è in continuo ampliamento.