Acqua di iceberg: dall'artico la nuova acqua di lusso

Pensare che sia necessario disturbare delle montagne di ghiaccio galleggianti nei mari più freddi del pianeta, al solo scopo di produrre dell’acqua di iceberg suona davvero un po’ strano. Eppure la domanda esiste e l’offerta non può che adattarsi.
L’acqua di iceberg è la quintessenza del lusso
Cosa c’è di più lussuoso ed esclusivo del sapere che il proprio bicchiere d’acqua è stato prodotto facendo sciogliere un pezzo di ghiaccio prelevato da un iceberg nell’artico? Forse il suo prezzo astronomico, fatto sta che l’acqua di iceberg sta diventando un must in certi ambienti. Osannata per la sua purezza impareggiabile è considerata da molti anche l’emblema dell’insensatezza dell’azione umana. Si tratta di bottiglie vendute a prezzi tranquillamente superiori agli 80 euro (o a 15 euro il bicchiere), spesso in Spa o in contesti salutistici. Il prezzo, per quanto assurdo nel concetto, è perfettamente spiegato dal processo produttivo.
Nell’artico, infatti, oggi esistono veri e propri cacciatori di iceberg. Piccole ciurme che a bordo di altrettanto piccole imbarcazioni pattugliano il mare in certa dei giganti di ghiaccio galleggianti. Da questi vengono staccati con ogni mezzo - anche a fucilate - frammenti poi issati a bordo e fatti sciogliere in appositi contenitori. Una buona stagione può fruttare sino a 800.000 litri di acqua, venduta poi a peso d’oro. L’acqua di iceberg è ritenuta tra le più pure al mondo, spesso rimasta intrappolata in forma ghiacciata nell’antichità, garantendo così l’assenza completa di inquinanti o contaminazioni.
Il settore delle acque di lusso pare avere come confine solo la fantasia: dove c’è acqua è possibile ricavare delle bottiglie vendute a prezzi esorbitanti nel nome di proprietà e caratteristiche uniche del contenuto. Forse la spiegazione di ciò è che è proprio l’assurdo una caratteristica irrinunciabile del lusso.
