L’ansia climatica è un fenomeno in aumento in tutto il mondo ed è importante sapere come gestirla in modo sano e costruttivo.
Sempre più persone in tutto il mondo riportano sintomi di ansia climatica, ovvero forti preoccupazioni legate alla crisi ambientale e al cambiamento climatico. Essere turbati di fronte a eventi e previsioni allarmanti è una risposta più che normale ad un pericolo reale – l’ansia infatti non è altro che un “promemoria” che esiste una minaccia dalla quale ci dobbiamo difendere. Quando proviamo ansia, ci mobilitiamo per modificare i nostri comportamenti, e di fronte alla crisi climatica un certo grado di ansia è proprio quello che ci serve per passare collettivamente all’azione.
Detto questo, vivere uno stato di ansia cronica non ci aiuta ad affrontare il cambiamento climatico in maniera sostenibile e anzi, spesso porta a problematiche più complesse come l’eco-paralisi, il burn-out e danni al nostro sistema psico-fisico.
Se abbiamo a cuore l’ambiente e il pianeta, dobbiamo prima di tutto prenderci cura di noi stessi e della nostra salute: ecco quindi 3 consigli per gestire l’eco-ansia.
1. Prenditi una pausa dalle notizie climatiche
E’ importante essere informati sulla crisi climatica e su quanto sta avvenendo a livello politico, sociale, e ambientale, ma uno scorrere continuo di notizie negative e allarmanti ci pone sotto stress cronico, che ha tutta una serie di effetti negativi sulla nostra salute psico-fisica.
Il cosiddetto climate doomscrolling – ovvero la compulsione a ricercare notizie negative o catastrofiche legate al clima – porta più facilmente a vivere disagi personali e relazionali, e tendenzialmente non contribuisce ad azioni pro-ambientali sostenibili nel tempo.
Prova a prenderti una pausa dalle notizie climatiche per qualche giorno e immergiti in attività che ti danno pace e calma, ad esempio facendoti un bel bagno di foresta. Come ogni organismo, il tuo sistema nervoso ha bisogno di momenti di tranquillità per rigenerarsi!
2. Impegnati in comportamenti pro-ambientali di gruppo
Picchi di ansia climatica sono spesso associati a sentimenti di isolamento e impotenza. Per evitare queste trappole che inasprirebbero il malessere, attivarsi in azioni collettive aiuta a sentirsi meno soli e più empowered nella lotta alla crisi climatica.
Attenzione però: stare in “prima linea” nell’attivismo ambientale alza il rischio di vivere momenti di ansia climatica. Ricordati quindi di concederti delle pause di recupero volgendo la tua attenzione su attività, persone e contesti che ti aiutano a stare bene abbassando il livello di “allarme” percepito.
3. Condividi le tue eco-emozioni
Parlare dei tuoi vissuti con chi ti può ascoltare e comprendere è fondamentale per dare un senso a emozioni complesse e aiutarti a trasformare le tue eco-emozioni in azioni utili a te, alla tua comunità e al tuo ecosistema.
Puoi condividere i tuoi vissuti in maniera informale con le persone che fanno parte della tua rete familiare e sociale, ma se soffri di eco-ansia avrai già notato che non tutti sono in grado di ascoltarti e supportarti. Abbi cura nel selezionare le persone che sai che potranno accogliere e comprendere le tue eco-emozioni.
Se nella tua rete non trovi nessuno con cui parlare, non ti preoccupare! Puoi contattare uno psicologo specializzato in eco-psicologia, che ti aiuterà a fare ordine a vissuti che spesso sembrano confusi e ingestibili. Oppure puoi trasformare i tuoi stati mentali ed emotivi in un’altra forma espressiva – c’è chi li trasforma in poesie, chi li dipinge, chi ne compone brani musicali. E se non ti senti dotato di abilità artistiche, puoi semplicemente tenere un “diario delle eco-emozioni”, beneficiando dell’aspetto terapeutico della scrittura.
Qualsiasi modo scegli per gestire l’eco-ansia, ricordati che momenti di intense eco-emozioni sono inevitabili: l’importante è creare spazi per nutrire stati di calma e di connessione con le persone intorno a noi. E ovviamente, qualsiasi strategia adotti per far fronte all’ansia climatica, la natura sarà sempre tua alleata.