Alcuni animali sono più soggetti al rischio estinzione per alcune caratteristiche comuni che li rendono vulnerabili, ecco quali sono.
Negli ultimi secoli l’aumento continuo delle estinzioni di specie animali e vegetali fa credere ai ricercatori che la Terra stia andando verso la sesta estinzione di massa dalla comparsa della vita sul nostro pianeta. Dal 1500 a oggi si stima che, per cause prevalentemente legate alla presenza e allo sviluppo dell’uomo, il nostro pianeta abbia perso almeno il 13% delle specie. Un recente studio dell’Università di Oxford pubblicato sulla rivista Science ha cercato di individuare quali siano le caratteristiche comuni degli animali a rischio estinzione per capire meglio i fattori che più influiscono sul fenomeno e individuare possibili strategie di contenimento.
Gli animali a rischio estinzione condividono alcune caratteristiche
Per capire quali siano caratteristiche e fattori comuni per gli animali a rischio estinzione i ricercatori hanno scavato nel passato, utilizzando il ricco registro dei fossili con un focus diretto sui cambiamenti climatici. I risultati che arrivano dal passato, spiegano, potrebbero aiutare a identificare le specie più a rischio oggi a causa dei cambiamenti provocati dall'uomo.
I cambiamenti climatici dovuti alle variazioni della composizione di gas serra presenti nell’atmosfera sono responsabili di gran parte delle estinzioni di massa nella storia del nostro pianeta. In passato queste variazioni erano dovute all’attività vulcanica; oggi, la variazione è dovuta in gran parte all’industrializzazione.
Lista delle caratteristiche più comuni degli animali a rischio estinzione
Alla base della ricerca il registro fossile degli invertebrati marini degli ultimi 485 milioni di anni che contiene dati su oltre 290.000 fossili e più di 9.200 generi differenti. Incrociando i dati i ricercatori hanno individuato alcune caratteristiche comuni agli animali a rischio estinzione:
- Le specie più esposte a variazioni climatiche estreme hanno più probabilità di estinguersi. Le specie che hanno subito cambi di temperatura di 7 °C o più lungo le ere geologiche sono significativamente più vulnerabili.
- Le specie che vivono negli estremi climatici del pianeta (ad esempio nelle regioni polari) sono sproporzionatamente più vulnerabili all'estinzione.
- Gli animali poco adattabili che possono vivere solo in un intervallo ristretto di temperature (soprattutto in intervalli freddi inferiori a 15 °C) sono significativamente più inclini all’estinzione.
- Le specie in grado di vivere in diverse aree geografiche sono più resistenti all’estinzione rispetto alle specie che vivono in habitat ristretti e poco diffusi a livello di superficie.
- Le specie con dimensioni corporee più piccole sono più inclini ad estinguersi.
Tutti i tratti individuati hanno un impatto cumulativo sul rischio di estinzione, ovvero, se una specie condivide più di una di queste caratteristiche il suo rischio di estinzione aumenta esponenzialmente.
Studiare il passato per tutelare il futuro
Secondo la professoressa Erin Saupe del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Oxford, tra gli autori dello studio: «Le prove provenienti dal passato geologico suggeriscono che la biodiversità globale affronterà un futuro angosciante in virtù delle stime riguardo il cambiamento climatico in corso. In particolare – spiega – il modello suggerisce che gli animali che vivono in intervalli termici ridotti, ai poli o ai tropici, sono maggiormente esposti al rischio estinzione. Questo potrebbe portare a un'estinzione significativa a livello globale e potenzialmente più vicino a una sesta estinzione di massa».