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La plastica ripescata in mare trasformata in combustibile: il progetto di ENEA

La plastica ripescata in mare trasformata in combustibile: il progetto di ENEA

Un team di ricerca di ENEA conta di poter riciclare la plastica raccolta dal mare e sulle spiagge per ottenere materie prime combustibili.

Un gruppo di ricerca di ENEA, l’Agenzia nazionale italiana per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha annunciato il successo dell'applicazione di un nuovo processo per poter riciclare la plastica recuperata dai mari e dalle spiagge trasformandola in combustibile da destinare a nuovi processi produttivi. 

La plastica recuperata dai mari e sulle spiagge è notoriamente poco lavorabile con i consueti processi di riciclo. Quello sviluppato da ENEA potrebbe offrire un’alternativa migliore alla discarica o all’inceneritore. 

plastica riciclata mare enea
@envatoelements

Perché è difficile riciclare la plastica raccolta sulle spiagge?

A livello mondiale si stima che solo il 10% di tutta la plastica prodotta venga riciclata e questo in condizioni ottimali. Ancora più difficile è la situazione per la plastica raccolta dai mari e dagli oceani e per quella che finisce per inquinare le spiagge. 

Questo tipo di rifiuto plastico infatti è di solito di natura eterogenea, con presenza di elementi contaminati come sabbia, sali, componenti organiche, e soggetto a diversi livelli di degrado dovuto all’azione degli elementi naturali che tendono a ridurre la qualità. Questo rende il riciclo meccanico di questo tipo di plastica particolarmente difficile e spesso troppo complesso per giustificare i costi. 

Plastica dai mari riciclata con la pirolisi

Un team di ricercatori di ENEA è riuscito a riciclare la plastica recuperata dalle spiagge, trasformandola in componenti di base riutilizzabili come combustibile per nuovi processi produttivi. Il risultato è stato possibile attraverso la pirolisi, un processo termochimico che prevede la decomposizione termica di materiali organici in assenza di ossigeno e a temperature elevate. 

Durante i test sui rifiuti plastici, ricercatori italo-croati sono stati in grado di ottenere olio e gas di base in quantità sufficiente per sostenere il fabbisogno energetico del processo di riciclo che opera a temperature superiori ai 400°C.

Pirolisi davvero il futuro sostenibile del riciclo?

Da un lato la prospettiva di poter riciclare la plastica recuperata da mari e spiagge rappresenta certamente una prospettiva interessante per un problema di fatto ancora irrisolto, dall’altro per il processo di pirolisi non mancano critiche e perplessità. 

Solo lo scorso ottobre 2023 un rapporto di Zero Waste Europe puntava a evidenziare le limitazioni del processo criticandone il basso rendimento, i rischi di contaminazione e la necessità di diluire gli olii ottenuti con altre miscele a base di petrolio. Un sistema controproducente che finirebbe quindi per perpetrare la catena dei combustibili fossili invece di rappresentare una soluzione ecologicamente sostenibile a lungo termine.  


REDAZIONE
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