I cambiamenti climatici e la competizione con la lepre europea mettono a rischio l’esistenza della lepre variabile.
Nel corso di milioni e milioni di anni, gli animali si sono adattati alla maggior parte degli ecosistemi presenti sulla Terra, anche quelli più estremi come ad esempio l’alta montagna. La lepre variabile è tra i mammiferi più caratteristici ed iconici che vivono in alta quota, ma la sua sopravvivenza è messa in pericolo a causa degli effetti provocati dai cambiamenti climatici.
La lepre variabile
La lepre variabile (Lepus timidus) è un animale che si è adattato a vivere negli ecosistemi di media ed alta quota delle montagne. Non la si trova solo nell’ambiente alpino, ma anche in quelle regioni situate a latitudini estreme (come ad esempio quelle vicino al Circolo Polare Artico). E’ quindi un animale che ha fatto dei luoghi caratterizzati da un clima freddo la propria casa.
Una delle peculiarità della lepre variabile è la doppia colorazione del pelo a seconda del periodo dell'anno. Infatti, il manto di questo piccolo animale cambia colore in base alla stagione: bianco durante l’inverno e marrone durante l’estate. Questa differente colorazione è molto utile per mimetizzarsi con l'ambiente circostante.
Sempre meno spazio
La vita della lepre variabile non è resa difficile solo dai predatori e dalle avversità della natura. Infatti, la sopravvivenza di questo animale è messa in pericolo dagli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sugli altri animali. In particolare, in seguito all’aumento globale della temperatura, gli esemplari di lepre variabile sono indotti a salire sempre più di quota per trovare un clima adatto a loro.
Come se non bastasse, la lepre variabile si vede costretta a condividere sempre di più gli spazi vitali con un altro animale: la lepre europea (Lepus eurpaeus), la quale sta espandendo il proprio areale (l’area geografica in cui vive una determinata specie) sovrapponendolo con quello della lepre variabile. Uno dei problemi di questa sovrapposizione territoriale è che queste due specie sono in competizione per le risorse naturali.
Lo studio dell’Università di Torino
Le condizioni di salute della popolazione della lepre variabile sono state monitorate dall’Università di Torino, insieme all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e con la collaborazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Questi enti hanno confrontato i dati sulla distribuzione della lepre variabile e della lepre europea dal 2009 al 2021.
I ricercatori hanno osservato che nel 2009 la lepre variabile era molto comune nelle aree ad alta quota. Nel corso di dodici anni è aumentata la presenza della lepre europea anche ad alte altitudini, quando invece è una specie prevalentemente di pianura. Nel frattempo, le aree in cui è stata osservata la presenza della lepre variabile sono diminuite.
Specie alpine a rischio
La lepre variabile non è l’unica specie alpina che rischia l’estinzione a causa dei cambiamenti climatici. Le specie vegetali ed animali che vivono ad alte altitudini o a latitudini estreme risentono maggiormente dell’aumento globale della temperatura terrestre e, oltre a non trovare più climi adatti alla propria sopravvivenza, devono fare i conti con la competizione con altre specie che, invece, hanno modo di espandere il proprio territorio.