Gli effetti sulla salute
Secondo il WWF, se l’intero settore dell’aviazione fosse un Paese, sarebbe tra i primi 10 del mondo per emissioni di anidride carbonica. Quando volano alla quote di crociera, gli aerei emettono un getto continuo di ossidi di azoto nella troposfera che, successivamente, si trasformano in ozono e particolato sottile (il famoso PM2.5). Il secondo in particolare è una delle sostanze inquinanti emesse dai veicoli diesel che circolano su strada e generano lo smog tipico delle città e delle aree più trafficate. Smog che che può avere effetti nocivi sul nostro corpo.
Uno studio del 2019 dello stesso MIT ha riscontrato che l’impatto delle emissioni dell’aviazione è tra le due e le quattro volte peggiore sulla qualità dell’aria rispetto a quello sul clima. Ed è responsabile di 16mila morti premature ogni anno. È scientificamente comprovato che inalare o ingoiare PM2.5 sia rischioso per le persone, in quanto entra nella circolazione sanguigna e può produrre ripercussioni a più livelli sull’organismo. Gli ossidi di azoto, invece, sono stati collegati alla comparsa di asma, malattie respiratorie, problemi cardiovascolari, cancro e, più recentemente, alla perdita definitiva della vista.
L’aereo ibrido
Questi effetti negativi confermano l’urgenza di trovare soluzioni per far decollare mezzi più ecologici. E l’aereo ibrido del MIT potrebbe essere una buona soluzione. Lo studio, pubblicato su Energy and Environmental Science, prevede una sorta di riciclo delle emissioni degli ossidi di azoto generate. Normalmente, la potenza del motore termico che muove le eliche degli aerei arriva dalle turbine collocate sotto le ali. Nel modello elaborato dai ricercatori, invece, le turbine a gas, spostate nella stiva, alimenterebbero un generatore di elettricità che a sua volta fornirebbe l’energia necessaria alle eliche.
Il sistema anti-inquinamento
Il tutto senza produrre inquinamento dell’aria. I gas rilasciati dei generatori sarebbero infatti trattati con un sistema di controllo delle emissioni in grado di pulire gli scarichi e convertire gli ossidi di azoto in azoto e acqua prima di espellerli nell’atmosfera. Il meccanismo è simile a quello usato dai veicoli diesel per filtrare i propri scarichi e sarebbe applicabile a modelli esistenti come il Boeing 737 o l’Airbus A320 senza aumentarne troppo il peso