Per quanto riguarda il vaso, in idroponica si distingue tra sistema aperto, costituito da un vaso interno con fori e un coprivaso, e sistema chiuso, formato da un unico contenitore. La prima soluzione è più pratica e garantisce maggior successo anche ai pollici meno esperti. In commercio esistono kit appositi, ma per chi preferisce il fai da te è possibile utilizzare materiali di recupero.
I fertilizzanti sono indispensabili per fornire il giusto nutrimento anche alle piante in idrocoltura. Si possono acquistare concimi a lenta cessione granulare, dalla durata di diversi mesi, oppure concimi liquidi, da somministrare più frequentemente. L’importante è che si tratti di prodotti specifici per l’idrocoltura.
L’ossigeno è fondamentale nel processo di respirazione della pianta e per l’assorbimento corretto di acqua e nutrimenti. Nell’idrocoltura domestica, per fare in modo che le radici possano ossigenarsi, è bene che la riserva d’acqua si esaurisca completamente prima di aggiungerne altra.
Modalità di coltivazione
È possibile convertire all’idrocoltura piante coltivate in terra, ma per chi non ha esperienza si consiglia di sperimentare con delle talee o di acquistare piante già cresciute in idrocoltura. Come procedere, quindi?
Nel vaso di coltura – cioè nel vaso di plastica fornito di fori o fessure alla base – si versa uno strato di argilla espansa (o del substrato scelto), su cui si appoggiano le radici della pianta e poi, tenendo questa al centro, si versa altra argilla. Si inserisce quindi l’indicatore, cioè un galleggiante che consente di controllare la quantità d’acqua presente nella riserva, e si colloca il vaso di coltura in un coprivaso. A questo punto si innaffia fino alla posizione segnalata sull’indicatore.