Un conflitto implica tragiche perdite di vite umane ma ha anche conseguenze catastrofiche sugli ecosistemi, ecco quanto inquina una guerra.
Quanto inquina la guerra? Ci avete mai pensato? Probabilmente no, perché quando si pensa a una guerra, il pensiero va inevitabilmente alle vite umane che vengono annientate ma difficilmente ci si sofferma a pensare alle conseguenze disastrose che un conflitto bellico può comportare per l’ambiente e per le altre forme di vita.
Il Conflict and Environmental Observatory è un’organizzazione benefica britannica nata nel 2018 con lo scopo di diffondere consapevolezza sulle conseguenze ecologiche dei conflitti armati e le conseguenti implicazioni anche a livello umano. Avvalendosi di immagini satellitari e altri mezzi di monitoraggio tecnologici, l’Osservatorio tiene traccia di qual è l’impatto ambientale di un conflitto, per condividere poi pubblicamente le analisi effettuate. Dimostrare, dati alla mano, quanto inquina una guerra può contribuire a definire politiche e normative per una maggiore sicurezza dell’ambiente e dell’uomo e può ispirare iniziative per la conservazione della biodiversità.
Le guerre hanno un impatto sull’ambiente molto tempo prima che si verifichino. Per avere militari pronti ad intervenire, infatti, bisogna prima costruire le basi logistiche, tra l’altro spesso ubicate in zone strategiche dal punto di vista ecologico. Poi bisogna mobilitare i mezzi militari. È necessario inoltre fare approvvigionamento di armi e attrezzature. Tutto ciò comporta un consumo di risorse e un dispendio di energia non indifferente, energia che, nella maggior parte dei casi, deriva dal petrolio. L'Osservatorio stima cheil reparto militare è responsabile del 5,5% di tutte le emissioni di gas serra nel mondo. Inoltre, le esercitazioni militari possono rilasciare nell’ambiente terrestre e nel mare pericolose sostanze chimiche inquinanti e nocive per gli habitat.
Le ripercussioni sull’ambiente di un conflitto armato variano in realtà a seconda dell’intensità di quel conflitto. Ad esempio, una guerra lampo ad alta intensità può essere molto più devastante rispetto a una guerra civile combattuta per anni. In generale, comunque, l’uso intenso di combustibile può causare un aumento massiccio di emissioni di CO2. L’impiego di esplosivi, soprattutto in ambienti urbani, causa una quantità enorme di detriti che può causare inquinamento dell’aria e del suolo. In caso di bombardamenti, questi potrebbero danneggiare gli impianti di depurazione dell’acqua causando ancora più inquinamento o potrebbero danneggiare anche pozzi e pompe di irrigazione minacciando la sicurezza alimentare. Non solo le macerie, ma anche i resti di esplosivi o altri tipi di armi rappresentano una seria minaccia ambientale così come i relitti delle navi e i sottomarini affondati o le piattaforme petrolifere danneggiate. Infine, la deforestazione spesso aumenta durante i conflitti come conseguenza di un maggior approvvigionamento di legna e carbone come combustibili o come atto intenzionale di qualche mente criminale.
La deforestazione è tra l’altro una delle principali conseguenze di una guerra, che si può verificare anche a conflitto concluso. Ingenti flussi di persone, infatti, tornano a casa nelle zone precedentemente colpite dalla guerra e poiché spesso la transizione verso la pace avviene attraverso un periodo di instabilità politica, economica e sociale, si possono verificare problemi di proprietà dei terreni con conseguenti atti intenzionali di dolo. Si può anche verificare un'espansione dell'agricoltura, uno dei pochi mezzi di sussistenza rimasti, e purtroppo anche questo può rappresentare una causa di maggiore deforestazione. Un altro grave problema post bellico è rappresentato dalla chiusura delle basi militari. Una pratica purtroppo molto diffusa è quella di creare delle fosse dove vengono gettati e poi bruciati tutti i detriti della guerra, pratica che ha ovviamente un impatto ambientale devastante. Per non parlare, infine, dello smaltimento delle munizioni utilizzate o delle armi in esubero, che spesso finiscono sotto terra o sui fondali marini.