In Danimarca nel 2030 entrerà in vigore la prima tassa al mondo sulle emissioni di gas serra di mucche, maiali, pecore e altro bestiame.
Al bestiame si associa la produzione di grandi quantità di gas serra, così la Danimarca è pronta a tradurre i costi ambientali relativi alle emissioni di mucche e maiali in una tassa. Si tratta di una prima volta e la norma dovrebbe entrare in vigore nel 2030. Il provvedimento si inserisce in un più ampio progetto volto a rendere la lotta al cambiamento climatico sempre più efficace e le polemiche non mancano.
La tassa sulle emissioni delle mucche
La Danimarca sembra destinata a diventare il primo Paese al mondo a imporre una tassa sulle emissioni di gas serra connesse a mucche, maiali e pecore. La norma deve essere ancora approvata dal Parlamento di Copenaghen, ma riscuote un ampio consenso all’interno della maggioranza di centro-destra che governa la nazione.
A partire dal 2030, quindi, gli allevatori dovranno versare un contributo di 300 corone, 40 €, per ogni tonnellata di CO2 equivalente prodotta dai propri capi di bestiame. La tassa raddoppierà nel 2035, toccando quota 750 corone, ovvero 100 €. La misura prevede che sia applicata una detrazione fiscale del 60% e che quindi, le somme effettivamente da versare siano ridotte a circa 17 € per tonnellata nel 2030, e a 43 € cinque anni dopo.
Tassa sulle emissioni delle mucche: quanto inquinano gli allevamenti?
La tassa che la Danimarca programma di imporre agli allevatori per le emissioni di mucche, maiali e pecore punta a dare una spinta alla lotta contro il cambiamento climatico. Un terzo dei gas serra introdotti in atmosfera sono connessi al settore alimentare e il 12% di questi proviene dal settore dell’allevamento. A creare problemi non è per altro, solo l’anidride carbonica, ma anche il metano. Tale gas resta in atmosfera per tempi più brevi, ma intrappola 87 volte più calore della CO2.
Jeppe Bruus, ministro delle Finanze danese, ha dichiarato che, a fronte dell’obiettivo del Paese di ridurre le emissioni di gas serra del 70% rispetto ai livelli del 1990, il provvedimento rappresenta un importante passo avanti. Il governo ha specificato, inoltre, che i proventi derivanti dalla nuova tassa verranno utilizzati, almeno in fase iniziale, per favorire la transizione green in agricoltura.
Proteste per la tassa sulle emissioni di CO2 e metano delle mucche
La nuova tassa sulle emissioni di mucche, pecore e maiali ha sollevato le proteste degli agricoltori in Danimarca. Alcune realtà del settore sostengono infatti, che il provvedimento rappresenti solo un’inutile aggiunta burocratica e temono, anzi, che esso possa ostacolare gli investimenti green nel settore.
A livello concreto la tassa dovrebbe tradursi nel 2030 in un contributo di circa 90 € annui versati per ogni capo di bestiame posseduto. Una mucca da latte danese emette, infatti, in media circa 5,6 tonnellate di CO2 equivalenti all’anno. La cifra dovrebbe, quindi, toccare quota 225 € annui per animale nel 2035.
La tassa sulle emissioni di mucche, pecore e maiali dovrebbe far segnare un deciso passo avanti nella transizione green. Un simile provvedimento era stato programmato dalla Nuova Zelanda per il 2025, ma è stato cancellato prima di entrare in vigore. La norma si inserisce per altro, all’interno di un piano che prevede l’investimento di circa 3,5 miliardi di euro per progetti di riforestazione e di ripristino di zone umide.