Nella poesia “È pieno inverno” Oscar Wilde dipinge un suggestivo paesaggio invernale, insistendo su suoni e immagini malinconiche.
Oscar Wilde è nato nel 1854 a Dublino e tra le sue opere rientra la bellissima poesia “È pieno inverno”. In tale componimento lo scrittore irlandese dipinge un paesaggio imbiancato, insistendo sulle caratteristiche cromatiche del panorama. Assoluti protagonisti dei versi sono gli animali, che animano la natura, rendendo ancora più vivida ed espressiva la descrizione.
“È pieno inverno” di Oscar Wilde
È pieno inverno, sono nudi gli alberi
Tranne là dove si rifugia il gregge
Stringendosi sotto il pino.
Belano le pecore nella neve fangosa
Addossate al recinto. La stalla è chiusa
Ma strisciando i cani tremanti escono fuori,
Scendono al ruscello gelato. Per ritornare
Sconsolati indietro. Avvolti in un sospiro
Sembrano i rumori dei carri, le grida dei pastori.
Le cornacchie stridono in cerchi indifferenti
Intorno al pagliaio gelato. O si acquattano
Sui rami sgocciolanti. Si rompe il ghiaccio
Tra le canne dello stagno dove sbatte le ali il tarabuso
e allungando il collo schiamazza alla luna.
Saltella sui prati una povera lepre,
Piccola macchia scura impaurita
e un gabbiano sperso, come una folata improvvisa
Di neve, si mette a gridare contro il cielo.
La natura nella poesia “È pieno inverno” di Oscar Wilde
Nella poesia “È pieno inverno” Oscar Wilde delinea un ritratto dell’ambiente circostante preciso ed evocativo. Nel componimento a dominare sono le immagini immediate, con cui il celebre scrittore porta il lettore a immergersi nella natura, quasi senza rendersene conto. La sensazione è quella di vivere una visione, o un sogno, ove l’unico grande assente di cui non si percepisce la mancanza, è il mondo umano.
Ogni animale, dai cani alle pecore, passando per i gabbiani e le cornacchie, svolge, invece, la propria parte nella dinamica della stagione fredda e l’atmosfera, di cui si definiscono man mano i contorni, si fa malinconica, a tratti angosciante, ma soprattutto ovattata.
Significato di “È pieno inverno” di Oscar Wilde
In “È pieno inverno” è possibile trovare le tracce del pensiero di Oscar Wilde. Anche se lo scrittore è noto soprattutto per altre opere, infatti, nemmeno questi versi tradiscono la sua filosofia. Wilde, da buon seguace dell’Estetismo, era infatti convinto che l’arte dovesse essere semplicemente una tensione verso il bello, senza nessun altro scopo e nessun’altra morale.
Il componimento diventa, allora, una descrizione allo stesso tempo puntuale e ammantata di mistero di un paesaggio tanto bello quanto inquietante. La malinconia traspare da ogni elemento senza essere mai esplicitamente richiamata e si trasforma, anzi, in un fantasma che si muove tra i colori e i suoni tipici della stagione invernale.
“È pieno inverno” è un susseguirsi di versi che, oltre a dipingere un paesaggio, tratteggiano un’atmosfera. La stagione fredda appare come in grado di cristallizzare delle immagini e, benché le dinamiche naturali non si arrestino, sullo sfondo rimane una sensazione di immobilità perenne. I sentimenti cupi dominano la scena, ma la neve conserva la sua capacità magica di isolare e di rendere inoffensivo l’elemento umano.