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Differenza tra Martini bianco, rosso, rosato e extra dry

Differenza tra Martini bianco, rosso, rosato e extra dry

Sapete che differenza c’è tra il Martini bianco, rosso, rosato e l’extra dry? Sono tutti dei vermut, una sorta di vino liquoroso, ma assieme al colore cambia anche la ricetta.

Tra Martini bianco, rosso, rosato e extra dry c’è una bella differenza, non solo nell’aspetto, che è abbastanza evidente nei primi due, ma anche per la ricetta e gli impieghi. Si tratta in ogni caso, in un certo senso, di quattro tipologie differenti di vermut - vermouth in francese - un vino aromatizzato e liquoroso prodotto per la prima volta nel 1786 a Torino. Tecnicamente però per essere considerato vermut un vino dovrebbe avere almeno 15,5% gradi, ma il Martini non ci arriva, fermandosi a 14,4%. Per questo il nome vermut non compare in etichetta da diversi anni.

Martini bianco

In linea di massima, come abbiamo già scritto, il Martini bianco è, come il vermut, un vino abbastanza liquoroso e aromatizzato, nato da un’antica ricetta e tra tutti il più classico. Non avendo più il nome tradizionale in etichetta però può essere prodotto in diverse località e si possono usare diversi aromi. In generale nel Martini bianco ha tra i suoi profumi quello dell’artemisia, quella utilizzata nell’assenzio, e l’aroma di vaniglia, forse ancora più caratteristico. Il colore è giallo paglierino, mentre il sapore sta in equilibrio tra l’amaro delle erbe e la dolcezza del vino liquoroso. Nel tempo è diventato la base di diversi cocktail, ma lo si può bere anche da solo con un po’ di ghiaccio.

Martino rosso

La base di partenza è praticamente la stessa del Martini bianco. Si considera uno dei primi vermut prodotti su scala industriale e deve il suo caratteristico colore ambrato all’aggiunta di caramello. Proprio a causa di questo ingrediente il sapore del Martino rosso risulta più dolce, accentuando ancora di più il contrasto con l’amaro delle erbe utilizzate. Lo si può bere da solo, con ghiaccio o allungato con acqua, ma anche utilizzarlo nei cocktail, tra cui spiccano il Manhattan, il Negroni e l’Americano.

Martini rosato

Uno tra i più recenti tipi di Martini lanciati sul mercato, il Martini rosato è entrato in commercio nel 1987. È molto simile alla versione bianca, ma baratta le sue note di vaniglia con quelle agrumate del pompelmo rosa. Risulta così molto dissetante, soprattutto se combinato con dell’acqua tonica e tanto ghiaccio. Aiutano anche cannella e chiodi di garofano, per dare un tocco speziato inaspettato.

Martini extra dry

Ultimo ma non ultimo il Martini extra dry, un prodotto studiato per essere più secco e meno dolce dei precedenti. La dicitura dry fa proprio riferimento al fatto che viene aggiunto meno zucchero rispetto alle altre versioni. Lo si può distinguere dal bianco per le sue sfumature più vicine al verde, mentre assaggiandolo la differenza è chiara. Con la dicitura Martini dry invece si intende un cocktail a base di gin e vermut dry.

Foto di Martini®

I giovani al di sotto dell’età legale non dovrebbero bere alcol e in ogni caso il consumo di bevande alcoliche deve essere moderato. Bevete responsabilmente.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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