Casa green: le bucce di caffè diventano un materiale per prefabbricati
Circolare, leggero e piuttosto economico. Sono solo alcune delle caratteristiche virtuose del WPC (wood plastic composite), materiale sviluppato dall’azienda colombiana Woodpecker per la costruzione di case prefabbricate. Le qualità derivano in particolare da un ingrediente della miscela: le bucce dei chicchi di caffè, l’involucro esterno che rimane come scarto dopo la tostatura dei frutti raccolti dalle piante.
Le bucce di caffè: da problema a soluzione
Un problema non di poco conto, soprattutto in un Paese come la Colombia, tra i principali produttori ed esportatori di caffè del mondo. Una volta rimosse, le scorze dei chicchi normalmente diventano rifiuti ammassati nelle discariche. Qui, cominciano a rilasciare in atmosfera metano, uno dei gas serra che contribuiscono al surriscaldamento globale.
Una decina di anni fa, Woodpecker ha deciso di dare a questi scarti una seconda vita. È nato così il WPC. Le bucce del caffè vengono recuperate, classificate e successivamente mixate con la plastica riciclata per produrre dei pellet. Dalla lavorazione di questi ultimi nascono i profilati, dai quali sono ricavati le diverse componenti per la casa. Le costruzioni sono assemblabili, proprio come i Lego. Il montaggio può quindi essere effettuato in loco dallo stesso acquirente partendo da un telaio di acciaio e usando pochi strumenti. Basta meno di una settimana di lavoro per mettere in piedi la casa.
I vantaggi del materiale
Il materiale risponde bene alle necessità delle popolazione colombiana. Soprattutto di coloro che abitano nelle campagne e nelle aree più remote. Costa poco (il prezzo di una casa è di circa 4.500 dollari), è ignifugo ed è resistente agli insetti. Ma soprattutto è leggero. Per anni, infatti, Woodpecker ha portato avanti ricerche per individuare una soluzione alternativa a mattoni, cemento e calcestruzzo.
L’obiettivo era creare delle soluzioni abitative smontate destinate ai luoghi più inaccessibili del Paese sudamericano, dove i materiali sono trasportabili solo grazie a piccole barche, l’elicottero o addirittura sul dorso di un mulo. Sono state testate diverse fibre naturali (segatura, riso, palma) combinate con differenti tipi di plastica riciclata. Poi, la svolta. “Le bucce del caffè sono state scelte perché sono più forti e secche delle altre fibre”, ha spiegato Alejandro Franco, Ceo dell’azienda, a Fast Company.
Una soluzione per le emergenze
L’azienda riesce a contenere i prezzi soprattutto producendo in numero contenuto i pezzi, molti dei quali standard e adatti a diversi modelli di casa. Queste costruzioni non sono solo ecologiche e accessibili a persone in condizioni economiche svantaggiate, ma sono anche utili in situazioni di emergenza. A novembre 2020, ad esempio, un uragano ha distrutto 1.300 case sull’isola colombiana di Providence. Woodpecker ha donato due casette che sono state montate dall’esercito in cinque giorni senza problemi nonostante il terreno fangoso e l’assenza di elettricità.
Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food
Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food
