Il Cammino di San Michele collega i luoghi di devozione dell’Arcangelo San Michele lungo una linea retta che collega il Piemonte alla Puglia.
Sono poco più di 1450 km di cammino quelli che si possono percorrere a piedi, in bicicletta o anche a cavallo dalla Sacra di San Michele in Piemonte a Monte Sant’Angelo sul Gargano in Puglia. Attraversando paesaggi naturali diversi man mano che ci si sposta lungo la penisola, ma tutti parimenti bellissimi, si parte alla scoperta dei luoghi dedicati all’Arcangelo San Michele, passando anche per Castel Sant’Angelo nella Capitale.
Un Cammino di Cammini
Sembra un gioco di parole ma in effetti il Cammino di San Michele, che parte dal Piemonte e arriva fino in Puglia toccando 7 regioni e ben 17 province, è davvero il Cammino dei Cammini. Di luoghi di devozione dedicati all’Arcangelo San Michele, infatti ce ne sono tantissimi ma 7 sono disposti lungo una linea retta che va dall’Irlanda a Israele, passando ovviamente per l’Italia.
Questa linea parte dal monastero di Skellig Michael in Irlanda, eretto, secondo la leggenda, nel luogo dove San Patrizio ebbe la visione dell’Arcangelo Michele, corso in aiuto per liberare l’Irlanda dalle forze del male. Proseguendo il cammino si giunge a Mont-Saint-Michel in Francia, altro baluardo della Linea Sacra Micaelica.
Il Cammino in Italia: la Sacra di San Michele in Piemonte
La prima delle 3 località italiane che fanno parte della Linea Sacra Micaelica è la Sacra di San Michele, che domina la Val di Susa in Piemonte. Si tratta di un’antichissima abbazia costruita attorno all’anno 1000 a una quarantina di chilometri da Torino. Un capolavoro di architettura sacra, l’abbazia è diventata il simbolo della Regione Piemonte. Lo scrittore Umberto Eco si ispirò proprio alla Sacra di San Michele per scrivere il suo romanzo “Il nome della rosa”.
Dopo circa 600 anni di vita benedettina, l’abbazia rimase chiusa fintanto che re Carlo Alberto di Savoia vi stabilì una congregazione religiosa dal 1836. Davanti alla facciata principale dell’abbazia dal 2005 svetta la statua di San Michele Arcangelo. L’imponenza della statua, alta più di 5 m simboleggia la potenza del Santo che, portatore del Bene, sconfisse il Male.
Al Santuario di San Michele Arcangelo in Puglia passando per Roma
Dopo una tappa a Roma presso Castel Sant’Angelo, dominato da una statua ritraente l’Arcangelo Michele, il cammino prosegue verso sud. La tappa di arrivo è Monte Sant’Angelo sul Gargano, dove, nel luogo dove San Michele sarebbe apparso, pare, per la prima volta, sorge il santuario a lui dedicato.
Secondo la tradizione l’Arcangelo Michele comparve in una grotta nei dintorni di San Lorenzo Maiorano in provincia di Foggia. Dal 2011 il santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo ha ottenuto il riconoscimento UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Nel 2014 la National Geographic Society ha giudicato la grotta di San Michele Arcangelo all’ottavo posto nella classifica mondiale delle grotte sacre più belle al mondo. Il cammino prosegue, poi, idealmente, fuori dai confini italiani, passando dall’isola greca Simi per giungere a destinazione al monastero bizantino Stella Maris vicino ad Haifa in Israele.
Si può fare
"Si può fare" è il titolo di un documentario del regista Thomas Torelli, una storia vera che ha dell’incredibile, una di quelle storie che riempiono il cuore. Matteo Gamerro parte dalla Sacra di San Michele in Val di Susa per compiere il Cammino dei Cammini. Ma Matteo non camminerà, né salirà in sella di una mountain bike e neppure cavalcherà un cavallo.
Matteo percorrerà tutti quei chilometri che separano il Piemonte dalla Puglia a bordo della sua Joelette accompagnato da parenti e amici. Matteo, infatti, da quando aveva vent’anni, soffre di sclerosi multipla. La malattia gli ha progressivamente bloccato il corpo costringendolo su una sedie a rotelle ma non è riuscita a minare il suo spirito. Anzi, lo ha reso ancora più forte, spingendolo a portare in giro per l’Italia un bellissimo messaggio di speranza, coraggio e amicizia.
Che Matteo sia riuscito nel suo intento è dimostrato dal fatto che ad ogni tappa sempre più pellegrini si uniscono alla compagnia di Matteo, colpiti dalla storia e dal cuore di questo ragazzo poco più che quarantenne.