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Cambiamento climatico e lockdown: la crisi non è risolta

Cambiamento climatico e lockdown: la crisi non è risolta

Nel 2020 cambiamento climatico e lockdown sono entrati in stretta relazione. Gli scienziati stanno tracciando un bilancio, ma il pianeta non è certo salvo.

La relazione tra cambiamento climatico e lockdown non è ancora del tutto chiara. Reperire dati precisi non si è sempre rivelato semplice, ma un bilancio sta mostrando che l’impatto delle chiusure su emissioni e riscaldamento globale non è quello sperato. La necessità di un’inversione di rotta è sempre più evidente e i governi sono chiamati ad agire in fretta.

Cambiamento climatico e lockdown

Lockdown ed emissioni:

Il rapporto tra cambiamento climatico e lockdown si è in primis riflesso sulle emissioni. A marzo del 2020, infatti, molti Paesi hanno decretato lo stop di varie attività industriali. Il traffico è diminuito e, complice il blocco al turismo, molti aerei sono rimasti a terra. Gli esperti si sono impegnati per monitorare le emissioni in tempo reale e hanno utilizzato il lockdown come specchio del mondo pre-pandemia. Era stato previsto un calo del 7% delle emissioni di CO2 entro la fine del 2020 e i dati raccolti l’hanno certificato. Con la ripresa delle attività, però, le emissioni hanno ricominciato a crescere costantemente e nelle successive ondate la flessione è stata minima.

Lockdown e riscaldamento globale:

Molti ritengono che la relazione tra cambiamento climatico e lockdown abbia profondamente influito anche sul riscaldamento globale. In realtà l’effetto non è stato quello auspicato. La primavera del 2020 si è, infatti, rivelata leggermente più calda della media. La diminuzione del traffico ha portato a un calo delle particelle di aerosol nell’atmosfera e, quindi, a una minore capacità riflettente di questa. L’aumento di temperatura è stato impercettibile, 0.03°C, ma implica, comunque, un bilancio negativo. Secondo diversi modelli sul lungo periodo l’impatto dei lockdown sulle temperature terrestri sarà irrisorio, se paragonato a quello potenziale degli interventi governativi.

Il futuro:

Considerare il rapporto tra cambiamento climatico e lockdown nella giusta prospettiva non può che preoccupare. Prima della pandemia le temperature del pianeta erano cresciute di 1.2°C rispetto all’epoca pre-industriale. Contenere l’aumento entro 1.5°C non è ormai semplice. Le chiusure non si sono mostrate efficaci e, comunque, non potrebbero mai rivelarsi economicamente e socialmente sostenibili. Una coordinazione tra le azioni individuali e quelle dei governi è, dunque, fondamentale, ma a essere prioritario è un cambiamento economico. Per il raggiungimento dell’obiettivo, potrebbe essere necessario l’investimento del 1.2% del PIL mondiale. L’impegno delle autorità, per quanto in costante miglioramento, risulta purtroppo ancora inadeguato.

Il rapporto tra cambiamento climatico e lockdown ha in parte, deluso le aspettative. Il vero contributo delle chiusure alla causa del pianeta va però oltre i dati. Molte persone hanno rivalutato il proprio modo di vivere la natura. Imparare a interagire con l’ambiente per tutelarlo non è mai stato così importante. La capacità dei lockdown di risvegliare questa consapevolezza non è, di certo, ecologicamente trascurabile.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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