I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia studiano le Alpi e gli Appennini con la tomografia sismica.
Le montagne sono maestose e misteriose allo stesso tempo. Nel corso dei secoli, l’uomo si è interessato ai processi che hanno portato alla loro formazione ed ha formulato delle ipotesi che, oggigiorno, rientrano tra le conoscenze basilari della moderna geologia. Ora, grazie alla tomografia sismica, gli scienziati hanno fatto luce sulla formazione delle Alpi e degli Appennini.
La tomografia sismica
La tomografia sismica utilizzata dagli scienziati per studiare le Alpi e gli Appennini è una tecnica che per permette di osservare come è fatto il sottosuolo. Questa tecnica può essere paragonata ad una radiografia in ambito medico, solo che al posto di vedere come è fatto l’interno del corpo umano, si osserva l’interno delle montagne.
Per ottenere i risultati, oltre alla tomografia sismica e ai dati raccolti in seguito ai terremoti registrati dalla Rete Sismica Nazionale, sono state utilizzate anche le rilevazioni ottenute dalle stazioni lungo l’arco alpino della rete sismica del progetto europeo AlpArray.
La ricerca
I dati sono stati raccolti da un gruppo di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). I risultati ottenuti dallo studio chiamato “Lithosphere Structure, Processes, and Physical State of the Alpine-Apennine System” sono stati successivamente pubblicati sulla rivista scientifica “Journal of Geophysical Research”.
Attraverso la tomografia sismica, i ricercatori hanno osservato la modalità con cui si propagano le onde sismiche al di sotto delle Alpi e degli Appennini. In questo modo, sono state individuate le zone definite “veloci”, cioè quelle in cui sono presenti delle rocce dense e fredde, da quelle “lente”, dove invece sono presenti prevalentemente rocce calde e meno dense.
I risultati
I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno elaborato dei modelli in cui sono descritte le modalità di propagazione delle onde sismiche all’interno della litosfera (cioè la parte più superficiale della crosta terrestre), precisamente sotto le Alpi e gli Appennini.
In questo modo, è stato possibile evidenziare che le Alpi sono il frutto della subduzione (cioè quando una placca terrestre scorre al di sotto di un’altra) della placca europea al di sotto di quella africana. Inoltre, i risultati hanno mostrato che sotto agli Appennini la placca adriaca si immerge nel mantello terrestre.
Ricostruire la storia delle Alpi e degli Appennini
Le catene montuose delle Alpi e degli Appennini si sono formate milioni di anni fa. Sono stati eventi incredibili, lenti e costanti nati dallo scontro tra le placche tettoniche. Queste ultime sono sempre in movimento, come se fossero su un nastro trasportatore, e grazie alla tomografia sismica è possibile fare luce ai prodotti del loro perenne movimento.