L’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 indica come parte dello sviluppo sostenibile il miglioramento di salute e benessere, ma il percorso è tortuoso.
L’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 sancisce la necessità di: “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”. Investimenti sui Sistemi Sanitari Nazionali, miglioramento delle strutture e progresso nella ricerca sono parte integrante del piano, così come la promozione di stili di vita sani. Secondo quanto mostrato da ASviS, l’Italia è tutt’altro che all’avanguardia nel contesto. Per quanto non manchino passi avanti incoraggianti, dunque, intervenire in modo coerente appare d’obbligo.
Cosa prevede l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 riguardo alla salute?
L’Agenda 2030 mette salute e benessere delle popolazioni al centro del concetto di sviluppo sostenibile, come dimostra l’obiettivo 3. Tra i goal un ruolo prioritario è assegnato alla riduzione della mortalità materna ed infantile. La prima dovrebbe arrivare a toccare quota 70 decessi ogni 100.000 nati vivi, contro il valore di 223 nel 2020. Si punta, poi, a far calare i decessi dovuti a epidemie o ad acqua contaminata, nonché a ridurre di un terzo quelli connessi a patologie non trasmissibili, fra cui spiccano i tumori.
La prevenzione occupa, quindi, un posto d’onore e il sostegno ai Paesi in via di sviluppo è in quest’ambito fondamentale. Alcol, fumo e incidenti stradali sono gli altri grandi nemici da combattere, ma cruciale è anche aumentare la copertura sanitaria a livello globale, così che tutti possano avere accesso a farmaci e cure.
Obiettivo 3 dell’Agenda 2030: il punto su salute e benessere in Italia
In Italia il bilancio su salute e benessere, obiettivo 3 dell'Agenda 2030, è ambiguo. Il trend è apparso in miglioramento tra il 2010 e il 2019, ma la pandemia ha stravolto il quadro. Nell’ultimo biennio si registrano segnali di ripresa, che sono, però, ancora insufficienti. L'aspettativa di vita alla nascita, da 83.2 anni nel 2019, è scesa a 82.6. Fumatori e persone che non praticano attività fisica arrivano rispettivamente al 20.2% e 36.3% e risultano in crescita.
Un incremento del 20% è registrato anche nelle patologie dell’ambito psichiatrico e psicologico. Le spese sostenute direttamente dal cittadino sono in salita, mentre la spesa sanitaria pubblica è inferiore a quella degli altri Paesi europei. Il personale medico e sanitario è in continua riduzione e critica è soprattutto la situazione degli infermieri. Inadeguate sono, infine, anche considerazione e risposta ai rischi derivanti dall’emergenza climatica e ambientale.
Come si intende raggiungere l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 su salute e benessere?
Per raggiungere l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 e conseguire gli obiettivi legati a salute e benessere sono necessari interventi decisi. È in primo luogo cruciale aumentare le risorse destinate alla sanità e investire su ricerca e prevenzione. Lo sviluppo di farmaci e vaccini deve essere considerato prioritario a livello globale.
Il percorso passa da un’evoluzione del concetto di salute che deve essere considerato tanto con un approccio sistemico, quanto come un bene pubblico. Nel nostro Paese appare, poi, di fondamentale importanza, sottolinea ancora ASviS, avviare un’analisi critica sul rapporto tra sanità pubblica e privata, così da migliorare il coordinamento.
Fare in modo che il perseguimento di salute e benessere non rappresenti un privilegio, costituisce l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030. La pandemia ha determinato un netto cambio di sensibilità sulla questione e per un terzo degli italiani il goal rientra tra le priorità. In futuro grande importanza potrebbe rivestire la telemedicina, già in rapido sviluppo, ma ancora meno gradita rispetto al rapporto diretto con il personale sanitario.