Dai fornelli a gas alla carbonella, quello che usiamo in cucina fa la differenza, ecco i metodi per cucinare che inquinano di più.
Spesso non lo consideriamo, ma ogni volta che accendiamo i fornelli, il forno o prepariamo una bella grigliata, le nostre azioni hanno un impatto ambientale all'esterno e all’interno della nostra abitazione. Cucinare infatti contribuisce all'inquinamento globale e domestico principalmente attraverso le emissioni di gas nocivi con grande varietà a seconda del tipo di metodo e di carburante che utilizziamo per la cottura.
Le emissioni prodotte durante la cottura degli alimenti includono particelle sottili, monossido di carbonio e composti organici volatili che possono compromettere la qualità dell'aria e di conseguenza la salute.
Classifica dei metodi per cucinare più inquinanti
Il nostro modo di cucinare e preparare i pasti quotidiani ha un impatto significativo sull'ambiente e sulla qualità dell'aria, soprattutto all’interno della nostra abitazione. Ma non tutti i metodi per cucinare inquinano allo stesso modo, ecco quali hanno un impatto maggiore.
- Legna e biomasse: La legna da ardere e altri tipi di biomasse sono spesso utilizzati per la cottura in diverse zone del pianeta, ma il suo utilizzo produce inquinanti atmosferici significativi a partire da particelle e i composti organici volatili. Ogni chilogrammo bruciato di biomasse produce dai 4 agli 8 grammi di polveri sottili PM10 e dai 3 ai 7,5 grammi di PM2,5 che, in mancanza di areazione, perdurano all’interno degli ambienti arrivando nei casi peggiori fino a concentrazioni ben superiori a quelle consigliate per la salute. Utilizzando forni e fornelli a legna si producono fino a 2,3 kg di PM2,5 a persona ogni anno con emissioni di CO2 tra i 190 e i 256 chilogrammi per persona ogni anno. Legna e biomasse inoltre sono responsabili anche dell’emissione di grandi quantità di monossido di carbonio e metano.
- Carbone e carbonella: Tra i protagonisti principi delle nostre grigliate, carbone e carbonella sono tra i carburanti più inquinanti in assoluto. Il carbone produce 12g di PM2,5 e 18g di PM10 per ogni chilogrammo bruciato e fino a 1.200kg di CO2 per persona ogni anno. La carbonella invece produce, a sorpresa, poche polveri sottili PM2,5 e PM10, con quantità inferiori a 1g per chilogrammo di combustibile ma produce comunque particolato in quantità rilevanti (2,2g per kg di combustibile rispetto agli 1,3g del carbone e all’1,0g della legna). A caratterizzare la carbonella è piuttosto l’elevata produzione di monossido di carbonio e metano, la più alta in assoluto tra tutti i combustibili utilizzati comunemente in cucina.
- GPL: Le bombole di gas propano per cucinare sono particolarmente diffuse dove manca la copertura della rete del gas naturale. Rispetto a combustibili come legna e carbone il GPL produce sensibilmente meno polveri sottili durante la combustione ma ha la più alta produzione di emissioni di CO2 e di altri gas nocivi come monossido e biossido di azoto. Una cucina a GPL può produce circa solo 0,15kg di PM2,5 per persona ogni anno. La combustione di GPL produce comunque quantità rilevanti di particolato e di composti organici.
- Gas naturale: I fornelli a gas naturale sono tra i più diffusi dove esiste la copertura della rete. Si tratta del metodo per cucinare che, durante la combustione, produce meno polveri sottili con quantità di PM10 e particolato prossime allo zero. I fornelli a gas tuttavia sono responsabili per la più alta emissione di altri gas nocivi, in particolare del monossido di azoto che può perdurare nelle abitazioni con effetti nocivi per la salute.
- Induzione elettrica: Non prevedendo alcuna combustione, la cottura a induzione elettrica rappresenta il metodo per cucinare meno inquinante all’interno di una abitazione. L’inquinamento prodotto dall’induzione elettrica ricade interamente sul metodo con cui viene prodotta l’energia utilizzata per alimentare i fornelli ed è minimizzato quando l’energia è prodotta a partire da energie rinnovabili.
Una classifica italiana
In una analisi del febbraio 2022 pubblicata sulla rivista Italian Journal of Food Science, ricercatori dell’Università della Tuscia hanno messo a confronto i diversi metodi di cottura cercando di combinare in un unico valore gli effetti di inquinamento atmosferico ed effetti sulla salute umana.
In questa particolare classifica il metodo di cottura più inquinante in assoluto, per ambiente e persone, è risultato quello a carbone seguito da legna, carbonella e, a sorpresa, forni e fornelli elettrici.
Questo perché, nel caso specifico dell’Italia le fonti di produzione di energia elettrica sono ancora largamente non rinnovabili e quindi, nonostante il minore impatto all'interno delle singole abitazioni, mantengono un elevato impatto per l'ambiente in generale. Nonostante i rischi per la salute nelle abitazioni, nel complesso, i metodi di cottura meno inquinanti in Italia sono risultati ancora quelli a gas.