Un recente studio mette in relazione il problema delle microplastiche con la salute umana, ecco cosa è emerso.
La plastica è ormai ovunque: la troviamo negli imballaggi alimentari, negli pneumatici, nei vestiti e persino nei tubi dell'acqua. Il continuo rilascio di particelle microscopiche che finiscono nell'ambiente possono essere ingerite o inalate dalle persone. Un nuovo studio, il primo nel suo genere, ha trovato un legame preoccupante tra le microplastiche e la salute umana.
Microplastiche e salute umana: lo studio
Lo studio pubblicto sul The New England Journal of Medicine ha esaminato oltre 200 persone sottoposte a intervento chirurgico e ha scoperto che quasi il 60% di loro presentava tracce di microplastiche o nanoplastiche in un'arteria principale. L'aspetto più sconcertante è che questi soggetti hanno 4,5 volte più probabilità di avere un attacco di cuore o un ictus o, nei casi limiti, incorrere alla morte nei 34 mesi successivi all'intervento chirurgico rispetto agli altri soggetti.
Secondo Robert Brook, medico-scienziato della Wayne State University che studia l'impatto ambientale sulla salute cardiovascolare, questa ricerca servirà da base per approfondire il rischio associato alle micro e nanoplastiche. Tuttavia, è importante sottolineare che questa pubblicazione non prova che le microplastiche siano causa diretta di malattie cardiache. Altri fattori, come lo status socio-economico, potrebbero influenzare la salute ma non sono stati presi in considerazione in questo studio.
Microplastiche nel corpo
Negli oceani, nei molluschi, nel latte materno, nell'acqua potabile e persino nell'aria che respiriamo: la plastica è letteralmente ovunque. Impiega secoli per decomporsi andando ad accumularsi anche negli organismi viventi. Negli esseri umani, tracce di microplastiche sono state trovate nel sangue, nei polmoni e persino nella placenta e, sebbene la loro presenza sia preoccupante, non è ancora chiaro se causino danni concreti.
Lo studio del dottor Paolisso dell'Università della Campania di Caserta e dei suoi colleghi mette in luce come le microplastiche si accumulino nelle placche, i depositi di grasso che possono ostruire le arterie. Ben 150 dei 257 soggetti esaminati presentava tracce di microplastiche nel sangue correlate a livelli più alti di infiammazione, un fattore chiave nelle malattie cardiache.
C'è da dire però che il campione preso in esame era composto da soggetti che si sottoponevano in via preventiva a un internevento di rimozione delle placche in quanto a rischio di ictus. Pertanto, anche in questo caso non sono stati presi in esame altri parametri relativi ad esempio allo stile di vita e ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati e per comprendere meglio i meccanismi con cui le microplastiche possono danneggiare il sistema cardiovascolare.